L’Intelligenza Artificiale si può considerare una disciplina dell'informatica che studia la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione di sistemi in grado di simulare le abilità, il ragionamento e il comportamento umano. La progettazione riguarda sia i sistemi hardware che quelli software ed è finalizzata ad elaborare algoritmi, tecniche computazionali, soluzioni, in grado di ottenere prestazioni simili a quelle umane.
L’IA è in grado di sconvolgere i diversi aspetti del nostro modo di interfacciarci con la realtà. Per tale motivo l’interesse sul tema dell'IA non è esclusivamente informatico, ma suscita le attenzioni di professionisti con i più diversificati background formativi, dalle comunità scientifiche, fino a quelle filosofiche e dell’economica.
Il funzionamento dell’IA è quello di un sistema informativo evoluto, in grado di processare enormi quantità di dati, creare correlazioni e strutturare modelli usati per imparare e prendere decisioni in modo autonomo. L’obiettivo è, dunque, quello di sviluppare macchine dotate di capacità autonome di apprendimento e adattamento, come ad esempio le percezioni visive e spazio-temporali.
Nell’IA distinguiamo prevalentemente le seguenti tecnologie:
La programmazione dell'intelligenza artificiale necessita di quattro abilità cognitive (livelli funzionali):
Quindi, per capire che effetti avrà l'intelligenza artificiale sul lavoro, bisogna intendere l'intelligenza non solo come capacità di calcolo, ma prendendo in considerazione altre forme di intelligenza, dall’intelligenza spaziale a quella sociale, da quella cinestetica a quella introspettiva. Dunque, un approccio multidisciplinare, che comprende un numero molto ampio di argomenti che afferiscono a differenti discipline, dalla neurologia all’informatica, dalla neurobiologia alla neurofisiologia alla matematica. Inoltre, per consentire ai sistemi IA di comunicare e interagire, sono indispensabili anche esperti del linguaggio, professionisti nel campo della robotica e della meccatronica.
L’Osservatorio di Artificial Intelligence del Politecnico di Milano ha realizzato uno studio approfondito, identificando otto campi applicativi delle tecnologie di IA:
Secondo il report realizzato da McKinsey Global Institute, A Future That Works: Automation, Employment and Productivity, qualsiasi tipo di lavoro può essere anche parzialmente automatizzato. Si stima, dunque, che circa la metà della attività lavorative possa già essere automatizzata grazie alle attuali tecnologie.
Questo è uno dei motivi che porta spesso a percepire l’intelligenza artificiale come una minaccia per alcune categorie professionali. E, in effetti, nella storia dell’uomo la tecnologia ha da sempre determinato importanti cambiamenti all’interno delle attività lavorative e della società. Un esempio è l’impatto determinato dall’introduzione del computer che ha eliminato la categoria dei produttori di macchine da scrivere.
Di contro diversi studi dimostrano che si tratta di un normale processo di evoluzione del lavoro, infatti a fronte di categorie che finiscono, ne nascono di nuove legate all’evoluzione tecnologica del sistema lavoro. Esempi di lavori che le nuove tecnologie hanno già creato: il community manager, il blogger, gli aging specialists, i drone manager, gli avvocati esperti in criptovalute e molti altri.
Lo studio Turning AI into concrete value: the successful implementers’ toolkit (Capgemini) dimostra che l’83% delle imprese intervistate che hanno introdotto sistemi di IA, conferma la creazione di nuove posizioni all’interno dell’azienda e di avere registrato un aumento delle vendite del 10%. Una ricerca di Accenture stima un incremento dei ricavi delle imprese che investano sull’IA fino al 38%, e che hanno creato un’efficace cooperazione uomo-macchina.
Dunque la situazione evidenzia che se da un lato esistono delle tipologie di lavoro più a rischio, riconducibili prevalentemente a quelli dove la ripetitività e la semplicità delle mansioni è più alta; dall’altro la situazione appare positiva per i lavori caratterizzati da attività meno routinarie, creative, relazionali o competenze come decision making o problem solving.
In particolare per le imprese il valore dell’IA consiste proprio nella capacità di potenziare le capacità umane e di alleggerire il carico di lavoro dei dipendenti, che così possono dedicarsi ad attività più strategiche. Si evidenzia, infatti, come l’IA abbia cambiato in maniera significativa il rapporto tra uomo e macchina. Mentre in passato l'uomo controllava le macchine, ora le macchine stanno diventando sempre più autonome. In questo contesto, però, l’intervento umano rimane sempre un supporto fondamentale per l’IA, in quanto l’unico a potere fornire i dati corretti.
Allo stato attuale, anche se spesso in modo inconscio, usiamo nel nostro quotidiano i sistemi IA in numerose attività. Ci sembra, infatti, normale interagire con lo smartphone o usare la voce per indicare a un dispositivo di regolare l’illuminazione o un suono. Ed è ormai naturale pensare a veicoli senza pilota; a medici che riescono ad utilizzare le informazioni per una diagnosi personalizzata, provenienti da enormi quantità di dati.
Sono già molti i settori, dalla sanità allo sport fino al commercio, in cui i sistemi di intelligenza artificiale hanno portato cambiamenti e prodotto ottimi risultati. Nel settore della comunicazione, ad esempio, le tecnologie IA sono in grado di supportare gli esperti di marketing nella creazione di pubblicità molto coinvolgenti e attraverso i big data riescono a fornire informazioni per migliorare l’engagement.
Oggi, investire in IA vuol dire investire nel futuro, infatti, attraverso i sistemi intelligenti sarà sempre più possibile creare nuovi prodotti, potranno nascere nuovi consumatori e nuovi mercati.