Con il termine sanità digitale o eHealth, si indica, in maniera semplificata, l’erogazione di servizi sanitari utilizzando le tecnologie digitali. Quindi, l’eHealth, utilizza le possibilità offerte dal digitale per erogare servizi in maniera più efficace oppure rendere più semplici operazioni come, ad esempio, prenotazione di visite, richiesta di prescrizioni mediche, invio di informazioni relative al proprio stato di salute. Una sanità digitale mira a rendere più efficiente il processo di cura e assistenza dei pazienti, riducendo le lunghe attese, le ospedalizzazioni ed ottimizzando i costi complessivi, a vantaggio dei cittadini. Un aspetto fondamentale della sanità digitale è che proprio attraverso l’uso delle tecnologie è possibile ottenere ed elaborare dati e, quindi, informazioni utili per cure più adeguate per la salute dei pazienti. Secondo lo studio Digital Health 2030 il settore sanitario è la prima fonte per la generazione di dati a livello mondiale, con circa il 30% del volume globale, con tasso di crescita costante. Numeri importati che evidenziano come i dati o big data, elaborati, anche, tramite intelligenza artificiale, rappresentino un enorme potenziale da sfruttare per l’innovazione digitale in sanità.
Infatti, la sanità digitale si basa su un ecosistema sanitario che è sempre più interconnesso e che vede la prevalenza di tecnologie come la big data analytics, il cloud, l’intelligenza artificiale e il machine learning. Tale ecosistema, chiamato Connected Care, consente di condividere le informazioni sanitarie con tutti coloro che sono coinvolti nel processo di cura (infermieri, medici, operatori sanitari a domicilio) ma, anche, con i pazienti che possono accedere a una serie di dati che li riguardano. L’ecosistema sanitario, Connected care, è principalmente formato dalle seguenti tecnologie digitali:
Ma, il cambiamento digitale in sanità non si limita solo a questioni tecnologiche o di risorse economiche, coinvolge, anche, la riorganizzazione dei processi aziendali. Infatti, i processi di gestione devono prima di tutto abbattere le barriere al cambiamento tecnologico, puntare a realizzare organizzazioni sanitarie più snelle e, di conseguenza, fare un reskilling del personale. Uno studio dell’Università di Pavia ha consentito di evidenziare quattro tipologie di modelli manageriali in sanità, facendo riferimento al modo con cui si affrontano le sfide di innovazione digitale:
Patient centric orientation: modello che pone al centro il cittadino, dove la soddisfazione e la fidelizzazione del paziente sono considerati valori fondamentali. La trasformazione digitale viene concepita soprattutto come modalità evoluta per interagire con i pazienti (esempio: APP per prenotare una visita o ricevere un referto).
Science-based breakthrough, verso l’eccellenza dell’innovazione: modello che mette al centro il progresso nella ricerca clinica e nelle tecnologie per la cura del paziente. Questo modello punta al valore reputazione aziendale. La trasformazione digitale viene considerata nella sua dimensione tecnologica, diventando un driver di cambiamento che abbraccia tutti gli ambiti clinici.
Systemic r-evolution: modello dove la trasformazione digitale è sinonimo di rinnovamento organizzativo e delle competenze/reskilling. La digitalizzazione in questo modello emerge come punto d’incontro tra l’innovazione tecnologica che viene dal basso (spinta da primari e reparti) e i cambiamenti radicali dall’alto che sono più organizzativi, culturali e sistemici. Si contraddistingue per un approccio bottom-up, quindi, stimolare tutti i soggetti dell’organizzazione ad essere innovativi e promuovere il cambiamento.
Value for all, la visione istituzionale: questo modello è il più vicino alla visione “popolare” dell’innovazione nella sanità pubblica, che deve fare i conti con il contesto istituzionale, i limiti della normativa, le dinamiche politiche. In questo caso, la priorità è trovare soluzioni (digitali e non solo) a basso rischio, che accontentino tutti i diversi stakeholder: medici, pazienti, cittadini, fornitori eccetera. La grande sfida è riuscire a comprendere le diverse esigenze e fare sintesi.
Nel nostro Paese il fattore che ha accelerato la digitalizzazione del sistema sanitario è stato il periodo Covid. Infatti, la pandemia ha evidenziato i limiti e le carenze dei sistemi sanitari a livello di cultura digitale come, ad esempio, le difficoltà di integrare dati fra sistemi sanitari differenti, o ai rilevanti problemi di data cleaning, sottolineando l’importanza dell’innovazione digitale in sanità. Si ricorda, ad esempio, come una situazione di emergenza è stata superata attraverso la produzione tempestiva di dispositivi di ventilazione assistita utilizzando stampanti 3D e adattando maschere da snorkeling commerciali.
Nonostante l’esperienza Covid, purtroppo, la cultura digitale di molte organizzazioni sanitarie italiane non è ancora matura, ma vi è, almeno, la consapevolezza del fatto che proprio la transizione digitale può essere il perno centrale attorno al quale sviluppare l’innovazione del sistema. Su questa consapevolezza si fonda il Piano del Governo Nazionale che, attraverso Il PNRR, Missione 6 “Salute”, punta sulla trasformazione digitale in sanità al fine di rendere, le strutture italiane più digitali e inclusive, favorendo equità di accesso ai servizi a tutti i cittadini. Infatti, i principali obiettivi che il PNRR dovrà raggiungere entro il 2026 sono: potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) per garantirne la diffusione su tutto il territorio nazionale (Componente 2: innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale); potenziare la Telemedicina per l'assistenza a distanza da parte dei sistemi sanitari regionali (Componente 1: reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale).
In sintesi si può affermare che la sanità digitale rappresenta l’unico strumento per poter soddisfare in modo adeguato le attuali necessità di salute. Beetroot ha una pluriennale esperienza nel supportare aziende in ambito sanitario nella scelta degli strumenti finanziari in grado di sostenere la digitalizzazione dei propri servizi sanitari, al fine di migliorare l’offerta ai propri pazienti.