Cos’è il neuromarketing? Si tratta di una recente disciplina che deriva dall’applicazione delle tecniche neuroscientifiche al marketing. Infatti nel neuromarketing si utilizzano metodiche proprie delle neuroscienze per analizzare e comprendere le forze inconsce dei processi decisionali umani come risposta agli stimoli del marketing. Quindi per dare una definizione di neuromarketing possiamo dire che studia le risposte a livello cerebrale di un cliente è quando questo è esposto a stimoli sensoriali.
Obiettivo principale del neuromarketing è “conoscere i meccanismi che regolano il cervello umano, per poter prevedere come veicolare un messaggio nel modo più preciso possibile, così come innescare le reazioni desiderate in risposta a stimoli o provocazioni mirate” (Saletti, 2016).
Quindi il neuromarketing permette di analizzare i processi razionali e irrazionali che guidano le decisioni di acquisto del consumatore quando viene esposto a stimoli sensoriali come la pubblicità, il packaging di un prodotto, il logo di un brand.
Oggi il neuromarketing sta diventando un elemento fondamentale per le imprese; infatti, attraverso la conoscenza dei dati ottenuti dal monitoraggio dell’attività cerebrale dei consumatori, è possibile progettare strategie di marketing più efficienti e di conseguenza massimizzare le vendite.
Il neuromarketing adotta un approccio multidisciplinare, includendo anche altre discipline come la biologia, la chimica, la fisica, la biochimica, la psicologia, l’economia, e studia le reazioni dei consumatori nei confronti dei prodotti attraverso la raccolta di informazioni/dati.
Strumenti di imaging o di rilevazioni biometriche vengono sempre più utilizzati anche nelle scienze sociali, al fine di analizzare le risposte emotive e indagare nel subconscio del consumatore.
Il neuromarketing utilizza, per esempio, i sistemi di risonanza magnetica funzionale, l’elettroencefalografia, le tecnologie di eye-tracking (monitoraggio dei movimenti oculari), di facial coding system (cambiamenti di tensione nei muscoli facciali), la frequenza cardiaca, cioè la frequenza delle contrazioni e dei battiti al minuto. Tutti metodi non invasivi che monitorano l’attività cerebrale ed evidenziano le risposte involontarie agli stimoli a cui il soggetto viene sottoposto.
Questi strumenti possono essere usati singolarmente o in varie combinazioni, anche se generalmente l’utilizzo di più tecniche di misurazione dei dati applicati allo stesso studio consente una maggiore affidabilità dei risultati. Ed è proprio l’analisi dei dati neurologici e fisiologici che supporta le aziende nella definizione di strategie di marketing più mirate.
Attraverso queste tecniche avanzate è possibile, dunque, predire il comportamento dei consumatori, monitorare come rispondono agli stimoli di marketing e capire i meccanismi dei processi di acquisto.
Il neuromarketing può essere applicato in diverse tipologie di attività, ad esempio al packaging dei prodotti, verificando quali colori o scritte suscitano reazioni che favoriscono l’acquisto. La stessa metodologia può essere utilizzata per studiare i livelli di performance delle pubblicità: infatti monitorando l’attività cerebrale dei clienti mentre guardano uno spot è possibile capire quali campagne funzionano meglio di altre e agire di conseguenza.
Le applicazioni del neuromarketing riguardano anche il mondo digitale (neuro-digital-marketing) al fine di verificare le reazioni inconsce provocate da una pagina web, da una landing page o da un post studiato per le piattaforme social, o per valutare la presentazione dei prodotti studiati per l’acquisto online (e-commerce).
Le grandi aziende come Google utilizzano ad esempio il neuromarketing per monitorare come i visitatori reagiscono davanti alla SERP (Search Engine Result Page); PayPal ha utilizzato il neuromarketing per rinnovare la brand identity, così nel 2007 si è affidato alla compagnia NeuroFocus per ricostruire il proprio claim e creare una nuova identità al passo con i tempi e le esigenze del clienti.
Molte altre aziende tra cui Microsoft, Pepsico, Hyundai, Yahoo utilizzano il neuromarketing per conoscere meglio le esigenze dei propri clienti.
Possiamo dunque affermare che attraverso il neuromarketing è possibile entrare nella mente dei clienti e capire i meccanismi di acquisto, permettendo alle aziende di intervenire sulle proprie strategie. L’applicazione del neuromarketing diventa quindi un elemento importante per le aziende che vogliono massimizzare i propri risultati.