Un trend emerso durante il periodo pandemico (2020) che si va sempre più affermando è il neverending tourism, che offre la possibilità di estendere l’esperienza turistica nel tempo e nello spazio, utilizzando strumenti digitali e i nuovi comportamenti dei consumatori.
Il fenomeno del neverending tourism si inserisce in un contesto di profondi cambiamenti. Cambiano, infatti, le abitudini dei viaggiatori, che oggi sono più propensi ad acquistare on-line prodotti ed esperienze per avvicinarsi a nuove mete. Cambia, anche, il modo di lavorare, si diffonde il lavoro da remoto che nel 2020 (periodo pandemico) ha portato il 26% degli italiani a prenotare una casa vacanze per lavorare da remoto (holiday working).
Il neverending tourism definisce, dunque, una nuova dimensione di viaggio, dove il legame tra visitatore e destinazione diventa più forte. La proposta turistica con un approccio neverending tourism, non si limita, infatti, ad offrire i servizi relativi il soggiorno previsto, ma, attraverso i canali digitali, si amplia alla fase del pre-viaggio, anticipando, ad esempio, contenuti sul luogo e prosegue nella fase del post-viaggio. L’obiettivo di fondo del neverending tourism è creare una relazione aperta, senza fine, con chi ama viaggiare e un senso di community intorno al luogo prescelto, generando ulteriori fonti di ricavi.
Oggi, il 42% delle strutture ricettive ha adottato l’approccio neverending tourism partendo con l’offerta al cliente, anche tramite e-commerce (8%), di prodotti locali, da enogastronomici ad artigianali; il 39% ha ospitato clienti in remote working; l’80% dei musei, monumenti e aree archeologiche ha offerto contenuti online (tour e visite guidate, laboratori,ecc.).
I dati di uno studio della Cornell University’s School of Hotel Administration (New York), dimostrano che avere la possibilità di assaporare un’esperienza imminente ne aumenta l’apprezzamento. In molti casi ad esempio il pre-arrivo viene considerata una strategia di marketing che crea engagement e soddisfazione, per continuare nel post viaggio attraverso, ad esempio, l’acquisto on linedi prodotti locali.
Quindi, in parallelo il neverending tourism sostiene e incrementa il mercato delle experience. Esiste, infatti, una serie sconfinata di contenuti ed esperienze che si possono proporre online. Partendo dai prodotti/servizi si raccontano le tradizioni e le caratteristiche di un luogo e, quindi, si valorizza al meglio anche la meta meno battuta. L’esperienza digitale vissuta (es. visite guidate da remoto a borghi, musei, palazzi, castelli) stimola la curiosità del cliente fino a spingerlo a recarsi fisicamente nel luogo. Questo determina un impatto positivo sui territori al di fuori dei grandi flussi turistici.
Il prolungamento spazio-temporale dell’esperienza di viaggio ha dato vita anche ad un altro trend il workation (work+vacation) cioè la possibilità di lavorare da un luogo di vacanza per periodi più o meno lunghi. In risposta a questa esigenza l’offerta turistica deve diventare continuativa, non limitata all’arco temporale delle ferie. Oggi l’holiday working si conferma un trend rilevante per lo sviluppo delle destinazioni.
Il neverending tourism offre diversi vantaggi:
Alcuni esempi di neverending experience li troviamo nelle grandi aziende del settore turistici. come ad esempio il gruppo Alpitour che ha lanciato un’ App per accompagnare l’utente con moltissimi contenuti, dalla prenotazione al rientro, in modo che il cliente si possa sentire parte attiva del pre e post partenza. Su alcune destinazioni ad esempio sulle Baleari, esistono già dei tour virtuali, mentre su altri Paesi delle vere e proprie guide a disposizione del cliente. Oppure Veratour che ha attivato specifiche attività di marketing automation lungo tutto il buying cycle. La partenza rimane il momento topico nell’esperienza dell’utente che riceve delle email con informazioni sulle escursioni acquistabili, sulla destinazione, sul parcheggio presso l’aeroporto di partenza e sugli orari del suo volo. Al rientro al cliente viene chiesto un feedback sui vari aspetti della vacanza fruita e stimolato a recensire il suo villaggio, per aiutare gli altri utenti e per restare in contatto con la nostra community fino al prossimo viaggio. Il social network utilizzato è TikTok che ha permesso dal 2021 di registrare 11mila follower senza che sulla piattaforma sia stato mai speso un solo euro per sponsorizzazioni.
E anche in Italia numerose realtà del mondo del turismo stanno cogliendo le potenzialità di questo trend. Ad esempio, BeetCommunity un co-living sito nel cuore di Palermo, è un luogo in grado di sommare, in maniera sinergica, ricettività, spazi di lavoro e di relazioni, che ha fatto del neverending tourism la propria missione aziendale. In stretta relazione con il co-living , Beetexperience una piattaforma creata per accompagnare l’ospite nel suo percorso di viaggio, offrendo una vasta gamma di esperienze finalizzate alla conoscenza del territorio e la possibilità di acquistare diverse tipologie di prodotti locali. Tutte le esperienze offerte sulla piattaforma sono selezionate con cura e presentano un forte legame con la cultura, la storia e il territorio della Sicilia.
Ragionare in termini di neverending tourism vuol dire, dunque, aprirsi a nuovi modelli di business e fidelizzare i clienti, prolungando il tempo di relazione con il cliente. Questo modo nuovo di fare turismo è destinato a crescere ancora in quanto più coinvolgente, fruibile in qualunque momento dell’anno e anche sostenibile