Donne, lavoro e storia | Come diventare imprenditrice

Donne e lavoro, nella storia ci sono state tante difficolta. Ma, diventare imprenditrici, in Italia oggi si può

Donne e lavoro

“L’influenza della odonna nel lavoro e  in economia è diventato un tema di grande interesse perché viene considerato una leva per il raggiungimento di uno sviluppo equo ed efficiente. Per l’imprenditoria femminile, soprattutto dopo la pandemia da covid 19, assistiamo ad un trend positivo. In Italia l’imprenditoria femminile si assesta al 28% con una previsione di crescita al 39%: una curva che ci fa ben sperare nel futuro, anche se siamo dietro ad altri paesi europei come la Germania e la Francia.” (CAMILLA CARREGA BERTOLINICEO dell’Azienda agricola Volognano)  

All’inizio del XIX secolo, in Italia, le imprenditrici rappresentavano una rarità e solo negli ultimi 50 anni la donna nel mondo del lavoro ha assunto sempre maggiore importanza; oggi rappresenta il fenomeno più visibile del processo di affermazione della donna nel mondo del lavoro, anche se la strada è ancora molto lunga ai fini della parità. 

Come rappresentato dai risultati di numerose ricerche, le donne rappresentano una fetta preponderante del capitale intellettuale del nostro Paese. Infatti, le donne, più numerose degli uomini (51,3% della popolazione), studiano di più (57,1% dei laureati nell’ultimo anno), e spesso ottengono performance migliori (53,1% si laurea in corso, contro il 48,2% degli uomini; il voto medio alla laurea è 103,7 per le donne e 101,9 per gli uomini).

Tutto questo però non è sufficiente per avere una posizione di parità sul mercato del lavoro.  Infatti, le donne che lavorano sono meno degli uomini e, soprattutto, difficilmente ricoprono incarichi di responsabilità. Si tratta di fenomeni che sono comuni anche agli altri paesi europei, ma che vedono l’ Italia in una condizione di ancora maggiore ritardo.

Analoga situazione troviamo in ambito imprenditoriale, infatti soltanto un’attività imprenditoriale su sei è guidata da una donna. Quindi, anche nel campo imprenditoriale l’Italia è un passo indietro rispetto agli altri Paesi europei. A fine settembre 2022 le aziende femminili erano più di 1 milione 342 mila, soltanto il 22,18% dell’imprenditoria italiana, mentre negli altri paesi dell’UE la percentuale media è intorno al 32% (dati Unioncamere)

Anche, in ambito startup innovative in Italia le imprese femminili risultano sottorappresentate, sono  il 13,1%, contro un 21,5% registrato nel complesso delle società di capitali (dati 2021).

Allo stato attuale, se stereotipi e pregiudizi di genere risultano essere in calo, ci sono ancora molte ragioni per cui le donne faticano ad affermarsi sul lavoro. Uno dei principali fattori per cui le donne oggi sono sottorappresentate nei settori maggiormente in crescita, come il settore digitale, è la mancanza di competenze matematico-scientifiche (Global Gender Gap Report 2018).  Le competenze digitali, sempre più richieste dalle imprese, rimangono una prerogativa dei candidati di sesso maschile (ricerca LinkedIn Recruiter Sentiment Italia 2019).  

Quindi, il problema non è biologico ma sociale e culturale, che oggi richiede un cambio di mentalità.  Diversi fattori hanno contribuito nel tempo a cambiare il contesto culturale e sociale del Paese, ma quello che ha avuto un ruolo fondamentale è stato il miglioramento dei livelli di istruzione. Ed è proprio grazie ad una alta scolarizzazione e ai mutamenti sul piano del mercato del lavoro che le donne hanno lanciato sfide per aprire a se stesse nuovi orizzonti. Allo stesso modo, in un contesto che continua a cambiare ed evolversi, diventa sempre più urgente l’accrescimento di competenze digitali delle giovani donne (18-50 anni) per cogliere nuove opportunità o condizioni migliori di lavoro.

Nasce anche un nuovo ambiente sociale dove le diversità femminili iniziano a rappresentare dei punti di forza in grado di portare all’affermazione di un nuovo modello aziendale, basato sulla leadership, mettendo in risalto prerogative associate al genere femminile, come, ad esempio, la capacità di coinvolgere il team, di ascoltare le istanze del singolo e del gruppo e di conquistare la fiducia degli interlocutori. Modello che si contrappone alla vecchia modalità di controllo dell’impresa legittimata dall’autorità gerarchica.

Nell’asset di gestione moderna dell’azienda le donne giocano un ruolo chiave.

 

Come diventare imprenditrice

Per le donne la scelta di diventare imprenditrice dipende da molti fattori: si mettono in gioco elementi di carattere soggettivo, del contesto sociale ed economico di riferimento, ma anche le opportunità offerte. 

A volte, infatti, è proprio la mancanza di un iniziale budget a far morire sul nascere il desiderio di imprenditorialità.

In questo contesto si inseriscono gli incentivi per sostenere le imprese al femminile. Il Governo nazionale mette, infatti, a disposizione contributi a fondo perduto, finanziamenti a tasso zero o agevolati, investimenti nel capitale finalizzati a incentivare le donne ad entrare nel mondo delle imprese, supportando le loro competenze e creatività. Fondi che rappresentano la base economica per avviare una nuova impresa o per sostenere un’attività già esistente.

Dunque, in Italia l’imprenditoria femminile è sostenuta attraverso il Fondo Impresa Femminile (si attende il rifinanziamento 2023), programmi, come ad esempio, Nuove Imprese a Tasso zero, Smart&Start, che contribuiscono ad aiutare le donne che intendono fare impresa.

Inoltre sono stati attivati programmi per incentivare le donne a migliorare le competenze tecnologiche Il PNRR destina un miliardo di euro, per l'insegnamento delle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria, Matematica) con l’obiettivo di contribuire a raggiungere il 35% di donne iscritte ai percorsi accademici di materie scientifico-tecnologiche. Su questa linea Il Bando Futura, promosso dal Fondo per la Repubblica Digitale, che finanzia progetti di formazione rivolti all’accrescimento di competenze digitali delle donne.

A sostegno del cambio del contesto. il Governo italiano con la legge di Bilancio 2021 introduce un ricco pacchetto di misure per incentivare l’imprenditoria femminile, al fine di sostenere e agevolare la realizzazione di progetti imprenditoriali innovativi, supportando le startup femminili attraverso attività di mentoring, assistenza tecnico-manageriale e misure per la conciliazione vita-lavoro.

Eppure le donne non demordono. Nel 2023 sono due mila in più le imprese femminili nelle attività professionali.   Sono imprenditrici, attiviste, designer, ricercatrici, studentesse, startupper impegnate a cambiare il mondo. Lo fanno con competenza, passione, gioco di squadra.