Creatività e imprenditorialità | Come artisti e creativi possono diventare imprenditori e creare la propria impresa creativa - Beetroot srl

Creatività e imprenditorialità | Come creativi e artisti possono diventare imprenditori e creare la propria impresa creativa

Non è facile per artisti e creativi diventare imprenditori e riuscire mettere a reddito il proprio talento trasformando la creatività in imprenditorialità. Ma difficile non vuol dire impossibile, ecco come un creativo può realizzare la propria impresa cre

Le industrie creative: tra arte, creatività e l'imprenditorialità

Il binomio creatività e imprenditorialità ha acquistato nel tempo sempre più importanza nella nostra società. Con imprenditorialità si definisce lo spirito di iniziativa che consente ad un individuo di cogliere delle opportunità di mercato e concretizzarle in un’attività economica; mentre per creatività, in senso generale, si indica una capacità mentale che favorisce la scoperta di nuovi prodotti, è un’attitudine a rapportarsi con spirito di iniziativa alla realtà esterna.

Le industrie creative sono la più alta espressione di questo binomio nascono infatti dalla creatività individuale e dal talento e hanno la potenzialità di creare ricchezza e lavoro attraverso l’uso della proprietà intellettuale. Non sempre però questi due termini riescono a fondersi. In questo caso imprenditoria ed economia sembrano mondi diametralmente opposti e profondamente distanti da quelli creativi e culturali. Non a caso risulta che uno dei punti critici comune alla maggior parte delle imprese creative è proprio la carenza di capacità manageriali. Spesso, succede, che gli imprenditori creativi sono bravissimi artisti e designer ma incompetenti per tutti gli aspetti legati all’attività commerciale, dal marketing alla gestione di un’impresa. Essere creativi non è sufficiente per gestire un’azienda è infatti necessario possedere anche una certa dose di imprenditorialità.
 

Difficoltà nel diventare imprenditore creativo

Sono diverse le difficoltà che i creativi devono superare per diventare imprenditori creativi, durante l’avvio della propria attività. Infatti, nelle piccole imprese creative è facile riscontrare i seguenti punti critici:


  • carenza gestionale, data dalla mancanza di competenze imprenditoriali;

  • assenza di una strategia di comunicazione e di marketing e quindi la possibilità di definire un’immagine aziendale coerente con i prodotti;

  • mancanza della funzione commerciale e di una strategia di vendita;

  • assenza di uno studio di mercato, finalizzato alla conoscenza delle preferenze dei consumatori;

  • carenza di contatti utili per sviluppare il business;

  • mancanza di un database che raccolga i dati del venduto su cui basare le analisi;

  • piccola dimensione delle imprese e la conseguente difficoltà a reperire capitali da investire per lo sviluppo dell’azienda.



 Ad esempio, Alfred Basha, socio fondatore di Anjavy, è un creativo, ha talento nel disegno a mano libera, ma, da solo, non avrebbe potuto realizzare un’impresa. Quindi, l’artista ha cercato e trovato un socio che non solo ha finanziato la loro società, ma che, lavorando già nel settore, possedeva le conoscenze e i contatti giusti per sviluppare l’impresa. Ha ottenuto inoltre molta notorietà nei social network dove pubblica i suoi disegni, registrando moltissimi followers. L’attività sui social lo aiuta a monitorare costantemente le preferenze dei consumatori e di valutare se ciò che disegna potrà piacere al pubblico e avrà mercato.

Massimo Furlan, in arte Macs Design, con il design ecosostenibile ha avuto un’idea piuttosto interessante, ma è stato in grado di realizzarla solo parzialmente. Non è riuscito, infatti, a sviluppare un network e a farsi conoscere dal pubblico e soprattutto a creare delle collaborazioni stabili. L’artista pur avendo tra le mani un grande potenziale ha difficoltà a sfruttarlo.

 

Come un creativo può diventare imprenditore e creare la propria impresa creativa

Da ciò si comprende il motivo per cui nelle aziende creative di successo vengono messe in comune conoscenze complementari: quelle tecniche-artistiche del creativo e quelle manageriali per la gestione di tutti gli aspetti aziendali. Il contesto attuale infatti obbliga qualsiasi categoria ad allargare le proprie conoscenze in più ambiti e a più livelli per poter conquistare il mercato.
Alla luce di questi elementi una soluzione per ovviare ai problemi e poter sviluppare il proprio business creativo è quella di farsi affiancare da specifiche figure professionali. Il creative brokering ha una missione ben precisa: fornire sostegno a tutti coloro che, dotati di un talento artistico, vorrebbero metterlo a frutto in termini professionali. Il creative broker riempie il vuoto che divide i linguaggi dell’arte dal mondo imprenditoriale, individuano gli artisti per metterli in contatto con i fornitori dei servizi tecnici utili a concretizzare il progetto, ad esempio favorendone l’approdo su piattaforme e canali digitali, assolvendo al compito di collegare filiere produttive solitamente sconnesse. Oggi è possibile anche scegliere un vero e proprio percorso di accelerazione per gli artisti che permetterà loro di vedere la professione da un diverso punto di vista, quello imprenditoriale. La start up Taldeg, fondata da due giovani imprenditrici, è un acceleratore che mette in contatto gli artisti con le realtà espositive, in modo da mettere in mostra il proprio talento di fronte a un pubblico sempre più ampio. L’azienda aiuta gli artisti a: identificare il target e il pubblico delle opere, i potenziali investitori, il modello di business, le modalità di protezione della proprietà intellettuale, per darle valore e gestirla nel tempo.

In linea generale le caratteristiche necessarie per un artista o un creativo che vuole diventare un imprenditore e creare un’attività di successo sono:
 

  • saper sfruttare la creatività non solo nell’ideazione dei prodotti ma anche nella gestione della propria impresa;
     
  • porre attenzione costante nei confronti della qualità del prodotto;
     
  • sapere cogliere un’opportunità anche nelle debolezze, girando a proprio favore delle circostanze (es puntare su un mercato di nicchia);
     
  • definire una comunicazione d’impresa coerente con il proprio prodotto;
     
  • la capacità di sapersi innovare e anticipare o stare al passo con il mercato per riuscire a rispondere alle esigenze dei consumatori;
     
  • aprirsi al mercato internazionale, utilizzando i nuovi canali di comunicazione.

     

Come finanziare un’impresa creativa e permettere ai creativi di diventare imprenditori

La creatività, nel nostro paese e in Europa, viene identificata come il motore dell’economia e fonte di vantaggio competitivo per le aziende. Le industrie culturali e creative sono ritenute in grado di rilanciare l’occupazione, la crescita economica e la competizione. Investendo sullo sviluppo di quest’ultime, inoltre, si favorisce anche la crescita di altri settori economici, stimolando la loro capacità di innovare e di competere. Riconoscendo che le imprese creative devono trovare collocazione in un mercato atipico, quindi, basandosi sul concetto che la cultura non è una merce come le altre e quindi va tenuta al di fuori delle leggi di mercato (Cicerchia, 2013), il settore gode del sostegno pubblico attraverso finanziamenti diretti o indiretti.

L'Unione Europea con il Trattato di Lisbona ha sviluppato un intenso quadro politico per supportare l’economia creativa e l'innovazione attraverso la cultura. L’obiettivo consiste nel creare un'Europa che stimoli e incoraggi la creatività con incentivi per rinnovare la società e l'economia. A sostegno della cultura, sono stati lanciati negli anni numerosi programmi e ingenti somme. Così, anche nella nuova Programmazione 2021-2027, attraverso Europa Creativa il principale strumento di sostegno al settore culturale e creativo, vengono messi a disposizione € 2.4 miliardi con l’intento di rafforzare i settori culturali e creativi in Europa.

Tutti gli interventi pubblici, europei, nazionali, regionali, sono finalizzati a contribuire a creare un clima favorevole allo sviluppo e incentivare le industrie creative, ma soprattutto a stimolare il cambiamento della mentalità degli imprenditori creativi e del loro approccio alla realtà odierna complessa e in continuo mutamento.