Business Model Canvas | Uno strumento indispensabile per le imprese - Beetroot srl

Business Model Canvas: uno strumento indispensabile per le imprese

Il Business Model Canvas è uno strumento strategico indispensabile per strutturare, organizzare e gestire l’impresa. Vediamo quindi qualche esempio e le parti di cui si compone il modello

Il business model descrive la logica con la quale un’organizzazione crea, distribuisce e cattura valore”, così lo definisce l’ideatore di Business Model Canvas, Alexander Osterwalder.

Il business model si può considerare uno strumento di sintesi in cui vengono descritte le idee, lo scopo, costi e ricavi, le attività, la comunicazione dell’intero progetto. Il business model annovera, quindi, anche il business plan, cioè la previsione di costi e ricavi d’esercizio su un arco temporale di 3 o di 5 anni. Per questo motivo il business model è un documento che si evolve e si trasforma nel tempo.

Il business model rientra tra i principali supporti al management, consentendo di interpretare e gestire le dinamiche interne ed esterne all’azienda. In particolare, il business model:
 

  • fornisce le linee guida con cui l’azienda converte l’innovazione in acquisizione di valore;
     
  • definisce una specifica organizzazione aziendale per consentire la condivisione della conoscenza;
     
  • definisce i rapporti di interazione e cooperazione con altri soggetti del mercato (clienti, fornitori) valorizzando le proprie scelte di business;
     
  • stabilisce le metodologie e gli strumenti per analizzare in modo critico e continuativo i risultati ottenuti dal proprio modello di business confrontandoli con quelli dei propri concorrenti.
     

Esistono diversi modelli per costruire un business model. Uno dei più chiari e ultimamente più seguito è il Business Model Canvas. Il metodo, in modo semplice e intuitivo, considera nove aspetti importanti sui quali costruire il business model. Le nove sezioni del business model sono:
 

  1. Segmenti di Clientela. Vanno inseriti qui i destinatari del nostro progetto, ovvero chi saranno quindi i clienti a cui ci rivolgiamo. I segmenti o target possono essere individuati per età, sesso, area geografica, interessi, etc.
     
  2. Valore Offerto. Il valore offerto è la soluzione a un problema o esigenza esistente, è la motivazione per la quale i segmenti di clientela individuati dovrebbero preferire il nostro brand e il prodotto offerto rispetto a quelli della concorrenza. Pertanto è ciò che ne determina la stessa forza competitiva.
     
  3. Canali. Si tratta dei canali di distribuzione che l’azienda sfrutta per informare i suoi potenziali clienti del servizio offerto. Ad esempio piattaforme ecommerce o i marketplace quali ebay, amazon, ma in questo insieme rientrano anche i servizi stessi di spedizione e recapito quindi i corrieri.
     
  4. Relazioni con i Clienti I mezzi e i metodi per comunicare con i clienti e soprattutto passare il proprio messaggio. Lo scopo in questo caso sarà sia entrare in contatto con nuovi clienti sia consolidare i rapporti preesistenti. Si tratta quindi delle strategie di marketing e comunicazione che si vogliono mettere in campo.
     
  5. Flussi di Ricavi. Quali sono i “Flussi di Ricavi” che i “Segmenti di Clientela” pagheranno per il “Valore offerto”. Le variabili da considerare nei flussi e ricavi sono: i prezzi che possono essere fissi o dinamici e le modalità di pagamento, calcolando anche i costi di transazione (business plan).
     
  6. Risorse Chiave. Le risorse necessarie per offrire e distribuire i beni e servizi della proposta di valore, quindi: le risorse umane (forza lavoro); fisiche (punti vendita, impianti, macchinari), intellettuali (software, licenze d’uso, diritti d’autore) e finanziarie (prestiti, linee di credito, denaro contante).
     
  7. Attività Chiave. Qui vengono raggruppate tutte le attività indispensabili per la realizzazione di una proposta di valore. Quindi tutto ciò che è necessario mettere in atto per realizzare la proposta di valore, la sua distribuzione e il contatto con i clienti.
     
  8. Partnership Chiave. La rete dei fornitori e dei partner con cui l’azienda collabora per creare distribuire gestire il valore che vuole offrire ai suoi clienti.
     
  9. Struttura dei Costi. Dal business plan si estrapolano i costi fissi e variabili, ad esempio: personale, affitto, acquisti merce, utenze, ecc., indicando se l’attività è più orientata ai costi (struttura dei costi, valore offerto a basso costo, massima automazione, outsourcing) o orientata al valore (creazione del valore, valore offerto premium).
     

Quando si avvia una nuova attività è fondamentale innovare e differenziarsi in almeno uno dei punti del business model cercando chiaramente di offrire un vantaggio concreto all’acquirente.
Ikea, ad esempio, ha innovato il suo business model differenziandosi dalla concorrenza, agendo sulla terza sezione, i canali, in particolare sulla distribuzione. La sua innovazione è consistita nel far saltare il passaggio della consegna e montaggio, permettendo al cliente di prendersi direttamente nel magazzino il prodotto desiderato per poi montarlo da solo. Ikea è riuscita a far percepire questo approccio come un valore aggiunto: eliminando la consegna e il montaggio è riuscita ad abbassare drasticamente i costi e i tempi di consegna dei mobili. Un’innovazione molto semplice che ne ha decretato l’intero successo.

Quanto detto fa comprendere che la prima cosa che deve fare il potenziale imprenditore è organizzare le idee per poi creare il business model e il business plan.
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