Se analizziamo la vera natura dell’archetipo del creatore nell’arte, nel design, nel marketing, è l’anticonformismo, quindi la capacità di lavorare fuori dagli schemi, perseguendo l’auto-espressione. I professionisti caratterizzati da anticonformismo non sentono la necessità di adeguarsi agli standard e sono portate a cercare costantemente un senso di autenticità nelle cose.
Alla base dell'anticonformismo c’è il pensiero laterale cioè la capacità di generare soluzioni molteplici e creative allo stesso problema. Quindi, il pensiero laterale è quello più strettamente connesso alla creatività, infatti, l'artista avverte spesso la necessità di esplorare una serie di possibili modi di dipingere o di portare a termine un romanzo. Inoltre, culturalmente l'aspettativa nei confronti dell'atto creativo è quella di essere originale. Il pensiero divergente/laterale aiuta a produrre un’ampia gamma di possibilità, in questo modo, aumenta la probabilità che una di esse dia prova di originalità.
Secondo il padre teorico del lateral thinking, Joy Paul Guilford, il pensiero laterale o divergente può essere valutato su quattro parametri:
Quindi, pensando in modo divergente, le persone anticonformiste accettano la complessità del vivere sociale e rifiutano il concetto di soluzioni univoche e modalità stereotipate per la risoluzione di problemi complessi. Le persone anticonformiste sono quelle che spingono ad andare avanti e quello che le distingue è la capacità di agire senza paura del fallimento (Adam Grant 2016).
Nella realtà lavorativa attuale, dinamica e competitiva, la capacità di apportare creatività e innovazione, è una soft skill valutata positivamente, in quanto considerata utile alla crescita del contesto lavorativo. Anche, se paradossalmente, in molti ambienti aziendali i collaboratori anticonformisti, vengono considerati difficili da gestire. Per tale motivo, pur riconoscendo il loro ruolo importante per i cambiamenti aziendali, gli imprenditori generalmente non incoraggiano l’anticonformismo.
Si può affermare che il conformismo è talmente diffuso nella nostra cultura aziendale che risulta difficile superarlo. Ciò dipende da un lato, dal fatto che ogni persona vuole sentirsi accettata e adeguata al contesto di cui fa parte; dall’altra, perché nel senso comune si attribuisce all’anticonformismo la violazione di regole e comportamenti stravaganti.
In realtà l’essere non conformi ha una valenza più ampia, l’anticonformista è colui che riesce a relazionarsi in modo libero. La sua libertà intellettuale gli consente di spaziare ovunque. Secondo questo concetto l’anticonformismo può essere percepito come un comportamento ammirevole in quanto riflette alti livelli di autonomia e controllo. Quindi, l’anticonformista è colui che non ha mai smesso di cercare ciò che trascende la quotidianità, anche nel mezzo delle sue responsabilità e doveri. Il vero anticonformista ha un’infinita fiducia in se stesso e nelle proprie idee, non ha, quindi, bisogno di scontrarsi con il proprio ambiente solo per dimostrare di esistere.
Allo stato attuale, infatti, in diversi ambienti lavorativi caratterizzati da una forte componente creativa (dall’arte alla ricerca), viene riconosciuto ai soggetti anticonformisti la loro attitudine ad agenti del cambiamento e considerare la loro vitalità fondamentale per la crescita delle aziende.
In questi contesti aziendali si attribuiscono benefici concreti nel supportare l’anticonformismo ,l’intelligenza creativa e il pensiero divergente, tra questi:
Diverse ricerche condotte in ambito lavorativo hanno dimostrato come lasciare maggiore autonomia ai lavoratori nella gestione del proprio lavoro, definendo bene l’obiettivo da raggiungere ma dando pochissime informazioni sul come farlo, porti a avorire il pensiero divergente. Troppe informazioni portano al conformismo, infatti, limitano la creatività, riconducendo il pensiero a logiche definite. Al contrario, il lavoratore nella gestione della propria attività è stimolato a mettere in campo creatività e inventiva ottenendo maggiori risultati.
Ciò ci porta ad affermare che quando siamo alla ricerca di idee nuove dovremmo prima utilizzare il pensiero divergente e solo dopo quello convergente.
Concludendo, in un sistema aziendale in continuo cambiamento, orientato fortemente all’innovazione diventa fondamentale sostenere e supportare i soggetti anticonformisti incentivando una cultura che permetta loro di esprimersi liberamente.
"Rimanete anticonformisti, il mondo non progredisce ripetendo all'infinito le stesse idee, gli stessi gesti, ma perché c'è chi ha il coraggio di cambiare, di vedere le cose in modo diverso. Questo atteggiamento vi sarà prezioso nella vita sociale e lavorativa. Vi aiuterà a non avere paura dei cambiamenti” (Paolo Fresco, Presidente della Fiat)