Il ripensamento delle modalità di offerta di beni e servizi segna il cambiamento del mercato tradizionale verso una nuova concezione di economia di scambio, meglio conosciuta come sharing economy.
Ma cosa è la sharing economy?
Il concetto che sta alla base di questo nuovo modello economico è “più condivisione e meno possesso”: secondo questo principio infatti niente è più basato sul mero possedere e acquistare un bene, ma piuttosto sul suo riuso e la sua condivisione.
Secondo un recente studio condotto da PriceWaterhouse Coopers il giro d’affari della sharing economy in Europa potrebbe valere, in termini di volumi di transito, 570 miliardi di euro entro il 2025. Un valore 20 volte superiore a quello attuale e cresciuto del 77% fra 2015 e 2014 e in grado di assicurare alle piattaforme che operano in questo ambito nel vecchio continente ricavi per 83 miliardi di euro; ad oggi il valore è pari a 3,6 miliardi, essendo raddoppiato solo negli ultimi 12 mesi.
Secondo gli analisti sono 5 i settori che guideranno l’esplosione dell’economia della condivisione: i trasporti, gli alloggi, la finanza collaborativa, i servizi domestici e professionali on-demand.
Infatti, le possibilità imprenditoriali che si possono sviluppare con l'economia di scambio sono innumerevoli. Oggi gli imprenditori sono stimolati a ricercare nuove forme di condivisioni partendo dai reali bisogni dei consumatori.
C’è chi condivide beni e chi condivide il tempo, alcuni condividono la macchina per un certo periodo della giornata, altri un posto letto o intere abitazioni, altri ancora offrono servizi culinari. Anche, le città offrono servizi di sharing economy: car sharing, bike sharing, scooter sharing, car pooling e analoghe modalità di condivisione.
Lo scenario di cui ora siamo protagonisti fino a qualche tempo fa era del tutto inimmaginabile: usufruiamo di innumerevoli beni e servizi senza realmente possederli pagando un abbonamento o un canone una tantum.
Il nuovo consumatore stimolato dalla globalizzazione e dalla nascita delle community online comincia ad avere più fiducia nei vantaggi del prestito della proprietà. La sharing economy gioca proprio su questo fattore e basa la sua diffusione su tre principi:
Oggi possiamo individuare diverse aziende leader nel settore della sharing economy che tutti conosciamo: Uber, Airbnb, Lime, Car to go, ma anche piccole realtà innovative come Beetroot srl che a Palermo ha aperto uno spazio di relazione e condivisione chiamato Beetcommnity per valorizzare la condivisione di spazi e idee per la crescita professionale e sociale.
Non importa quanto siano conosciuti o importanti gli imprenditori e le aziende che operano la sharing economy, si possono comunque definire degli innovatori in quanto sostenitori di una rivoluzione in corso che modificherà nel tempo le abitudini in ogni area geografica.