Ecosistemi di innovazione: incubatori, acceleratori e coworking

<span style="font-size: 14pt;"><strong>Incubatori, acceleratori d’impresa e coworking, rappresentano sul territorio italiano dei veri e propri ecosistemi dell'innovazione, perché stimolano la nascita di nuove imprese e idee</strong></span>

Al fine di supportare le politiche pubbliche di contenimento nella fase dell’emergenza sanitaria da COVID 19 e nella gestione della fase post-emergenziale, il nostro Paese ha puntato su tutte le energie creative di cui dispone. Infatti, diverse call lanciate a livello di governo nazionale oltre a coinvolgere i maggiori gruppi di ricerca e le migliori forze innovative italiane, hanno spinto incubatori, acceleratori d’impresa e coworking ad accompagnare le loro start up, spin-off, PMI innovative, nell’accesso a risorse finanziarie che potessero consentire un tempestivo sviluppo di prodotti e processi utili a far fronte alle complesse esigenze imposte dalla pandemia.

Ma perché incubatori, acceleratori e coworking vengono definiti ecosistemi di innovazione?

Una definizione di riferimento per capire cosa si intende per incubatore la fornisce il Report 2020 *sull’impatto degli incubatori e acceleratori italiani:
“un’organizzazione che supporta attivamente il processo di creazione e sviluppo di nuove imprese innovative attraverso una serie di servizi e risorse offerti sia direttamente sia attraverso una rete di partner”. Un aspetto nuovo riportato dal Report 2020 è che l’analisi sugli incubatori e acceleratori ha compreso anche realtà di coworking che offrono servizi di formazione imprenditoriale e/o di accompagnamento alla gestione di nuove impresa.

I dati del Report 2020 evidenziano una realtà in forte crescita. Gli incubatori attivi in Italia sono 197, registrando una cresciuta di circa 15% nell’ultimo anno, occupano un numero di lavoratori superiore a 1.100 unità e garantiscono un fatturato complessivo di circa 390 milioni di euro. La Lombardia è la regione che ospita il 26% degli incubatori italiani, ma nell’ultimo anno si registra una crescita significativa (+21%) nel Sud Italia. Gli incubatori presentano diverse tipologie, quella prevalente è di natura privata (62,4%), seguita da quella pubblico-privata (22,4%) e infine quella totalmente pubblica (15,2%). Cresce anche il numero delle imprese incubate in Italia (+15%) passando da circa 2.400 del 2018 a 2.800, e la media dei finanziamenti ricevuti dalle organizzazioni incubate (+179%), passando da 1,18 milioni a 3,30 milioni di euro. In merito ai settori il 40,4 % delle start-up incubate operano in servizi di informazione e comunicazione, il 27,2% del totale ricadono nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche; 19,4% nell’ambito del manifatturiero.
* L’analisi svolta da: il team di ricerca Social Innovation Monitor (Sim) con il supporto di Italia Startup e Pni Cube, Banca Etica, Compagnia di San Paolo, Experientia, Impact Hub Milano, Incubatore Imprese Innovative Politecnico Torino (I3P), Instilla, Iren, Make a Cube3, SocialFare e Social Innovation Team.

Ogni incubatore, acceleratore e coworking ha le proprie peculiarità. Offrono una vasta gamma di servizi ad alto valore aggiunto della ricerca, a servizi finanziari e industriali, oltre a spazi dedicati (uffici, laboratori, officine, ecc). I criteri di scelta delle idee da incubare sono molti e vari, da un'idea capace di innovare qualcosa sul web, a idee che possano trasformarsi in prodotti innovativi. Anche, i tempi di incubazione sono variabili da 3 mesi a 3 anni, ma c’è chi incuba anche per 6 anni.
Analizzare la quantità, le attività specifiche, gli investimenti e i risultati prodotti dagli incubatori significa misurare la capacità di sistema nel creare le condizioni, le strutture e le competenze per far sì che idee innovative diventino imprese, quindi strumenti di cambiamento e un volano di produttività e occupazione.

Dunque incubatori, acceleratori e coworking rappresentano un luogo destinato a ospitare iniziative d’impresa, dove è possibile massimizzare la cultura dell’innovazione, promuovere un sistema integrato di collaborazione (università, team di ricerca, startup, venture capital e grandi imprese), svolgere attività di scouting e di accompagnamento a tutela della delicata fase di primo sviluppo delle start-up. E’ proprio attraverso la capacità di incrociare competenze e condividere esperienze, che si produce innovazione di successo, dando luogo, anche, a fenomeni di contaminazione.

Quindi, gli incubatori, gli acceleratori di impresa e i coworking che accompagnano la nascita di nuove imprese e idee, rappresentano nel territorio italiano ecosistemi di innovazione e per tale motivo sono in grado di dare risposte alla crisi economica innescata dal Covid.

In questo contesto Beetroot srl società di consulenza a Palermo, anche tramite il progetto Beetcommunity offre un ambiente condiviso/collaborativo in grado di stimolare la nascita di nuove idee imprenditoriali e accompagnare lo sviluppo di start up, attraverso lo scouting di specifiche linee di finanziamento. L'innovatività dei servizi di Beetroot viene, infatti, sostenuta da un'efficace rete di partner costituita da professionisti e aziende specializzate in vari settori e da uno spazio lavorativo condiviso dotato dei più avanzati strumenti lavorativi per favorire la creatività del gruppo, la contaminazione e il decision-making.

La filosofia di Beetroot è quella di far nascere idee da finanziare che crescono inel territorio di appartenenza, con ricadute dirette e indirette sul in termini di occupazione, ricerca e sviluppo.