La comunicazione è alla base delle relazioni umane e coinvolge fattori emotivi, cognitivi, motivazionali e fisici. Comunicare vuol dire essere in grado di trasmettere informazioni e idee coinvolgendo l'interlocutore a tal punto da stimolarne la risposta, ma significa anche avere una grande capacità di ascolto. In sintesi, comunicare è un processo empatico, complesso e dinamico.
La capacità di comunicazione nel mondo del lavoro fa parte delle soft skills, se si è abili nel comunicare, infatti, si ha un potere morbido per controllare e influenzare le persone (Personal Soft Power); e questa abilità viene considerata un vero e proprio strumento di leadership. Un buon comunicatore, infatti, sa ascoltare, gestire riunioni, fare presentazioni, negoziare e parlare in pubblico.
Sviluppare un’eccellente comunicazione significa sommare specifiche peculiarità: intelligenza mentale e sociale; conoscenza ed esperienza; saper pensare e saper fare. Ciò porta a mettere in sinergia tutti gli elementi della conoscenza: conoscenza dei dati - conoscenza delle informazioni - conoscenza esplicita - conoscenza tacita.
Le abilità del comunicatore possono anche essere sviluppate o implementate attraverso un addestramento su base teorica chiamato cibernetico: emittente- messaggio - destinatario:
Questo ultimo punto dello schema cibernetico in ambito aziendale può rappresentare un problema in quanto il linguaggio utilizzato all’interno spesso non è codificabile per una comunicazione esterna. Molti problemi legati alla comunicazione, infatti, derivano spesso proprio dalla capacità di codifica del messaggio. Non codificare un messaggio può determinare una modifica nella capacità di ascolto o apprendimento di ciò che si vuole comunicare.
La comunicazione può avere finalità diverse, per raggiungere degli scopi particolari o prestabiliti. Si parla infatti di comunicazione persuasiva, comunicazione digitale, comunicazione analogica, comunicazione assertiva, comunicazione suggestiva, comunicazione subliminale, comunicazione strategica. In particolare la comunicazione strategica, di specifico interesse delle aziende, è la capacità di impiegare il linguaggio verbale, non verbale e paraverbale in una struttura comunicativa che ha l’obiettivo sia a far comprendere razionalmente il messaggio, sia di trasmetterlo emozionalmente. Per rendere una comunicazione oltre che strategica anche efficace occorre sempre non perdere di vista lo scopo del messaggio da comunicare e programmare tutto:
Ecco qualche piccola precisazione sui 3 passaggi sopraelencati:
Possiamo, a questo punto, identificare due distinti gruppi i di comunicatori i platonici che ispirano e creano empatia, persuadono e attingono al pathos delle persone, e gli aristotelici che comunicano e spiegano informazioni precise, convincono e attingono all’ethos, danno credibilità.
Tra i platonici fanno parte gli Achiever che usano citazioni e formule come Marchionne e i Dreamer che usano le esperienze come Steve Jobs e Papa Francesco. Tra gli aristotelici invece si distinguono gli Organizer che usano esempi e casi come Wallance e gli Anzalizer che usano le argomentazioni come Olivetti e Benedetto XVI.
Per essere efficace, un buon comunicatore deve sapere usare tutte queste forme in base alle situazioni che si presentano, deve quindi avere una sintonia comunicativa che si modella in base al pubblico e alle culture che ha davanti.
Si posso identificare 4 culture del comunicare:
USA si identificano come achiever con un approccio abduttivo; I germanici si identificano come analizer con un approccio deduttivo; Gli orientali e i francesi si identificano come Organizer con un approccio induttivo; Gli italiani si identificano come dreamer con un approccio intuitivo;
Modalità abduttiva: approccio pragmatico che si basa su un esperienza passata;
Modalità deduttiva: parte dalla teoria per arrivare al particolare;
Modalità induttiva: va dal particolare a la generale, si basa dall’osservazione per arrivare alla teoria;
Modalità intuitiva: approccio non razionale si basa sul connettere dei punti lontani che per qualche motivo si mettono insieme;
Analizzati tutti questi concetti vanno introdotte le risorse personali che ognuno ha sviluppato in maniera differente ma che possono sempre essere corrette con l’esercizio:
In conclusione, indistintamente se verbale, fisica o digitale la comunicazione è un lavoro di preparazione di studio e organizzazione di un processo che permette di farsi scoprire, un’arma di persuasione, una strategia governata da uno scopo in cui niente può essere lascito al caso, anzi tutto va programmato nel minimo dettaglio e non permette errori, perché comunicare qualcosa di sbagliato o non programmato può far cambiare tutto in pochi secondi, dall’immagine delle propria azienda all’immagine personale:
“L’essere dell’uomo è una comunicazione profonda. Essere significa comunicare. Essere significa essere per l’altro e, attraverso l’altro, essere per sé. Inizialmente non prendo coscienza di me se non attraverso gli altri ...” Michail Bachtin