
Il progetto Il Pescato di Palermo, “Iniziativa di promozione della produzione di pesce azzurro, nel comune di Palermo, ottenuta con metodi rispettosi dell’ecosistema marino”, finanziato da POR Sicilia 2000-2006 e promosso dall'I.A.M.C.-CNR di Mazara del Vallo, nasce nel contesto palermitano, in particolar modo per quanto riguarda la pesca nelle Borgate Palermitane, a causa delle problematiche che il settore della piccola pesca si è trovato ad affrontare.
Le problematiche che la pesca palermitana ha dovuto affrontare riguardano una gestione dell'attività non sempre sostenibile che ha comportato negli anni un ridimensionamento della popolazione alieutica. Il settore della pesca, inoltre, si è trovato ad affrontare nuove difficoltà legate da un lato all'ampliamento della UE, con la conseguente accentuazione del fenomeno della globalizzazione dei mercati, dall'altro all'adeguamento dell'offerta ad una domanda in continua evoluzione e sempre più esigente nella ricerca di sicurezza alimentare e qualità.
Negli ultimi anni, nell'area del Golfo di Palermo la piccola pesca è diventata un'attività in grave crisi, a causa di un impatto antropico grave sulle coste e sui litorali e all’abbandono di molte imprese per la scarsa redditività della pesca, soprattutto dal punto di vista socio-economico. Nonostante tutto, l'area continua a presentare interessanti capacità di recupero sul piano biologico ed ospita una comunità attivissima di piccoli pescatori professionisti a part-time, la presenza di fondali potenzialmente molto produttivi e l'esistenza di possibili nurseries ittiche e diversi habitat all'interno del Golfo di Palermo.
Inoltre, si sono notati segnali di recupero da parte delle comunità di pescatori e dell’opinione pubblica, più sensibile agli aspetti ecologici, che possono condurre verso una rinascita della piccola pesca.
L'azione ricerca sullo stato della pesca nelle Borgate Palermitane, ai fini dell'identificazione qualitativa e quantitativa del pesce azzurro pescato, portata avanti dall'IAMC-CNR di Mazara del Vallo è iniziata nel Marzo 2007 ed è terminata nel Giugno dello stesso anno.
Sono state utilizzate metodologie di indagine di tipo quantitativo (questionario strutturato) e qualitativo (l'intervista), scelta metodologica tesa a garantire l'efficacia della rilevazione e la completezza dei dati ottenuti mediante una griglia di domande strutturate somministrate direttamente dal rilevatore, che ha favorito e permesso l'interazione fra intervistato ed intervistatore e una maggiore penetrazione ed approfondimento delle risposte attraverso la lettura delle componenti emozionali e comportamentali dell'intervistato durante la somministrazione della griglia.
È stato elaborato un questionario integrale composto da settantaquattro domande standardizzate strutturato in questo modo:
La somministrazione del questionario integrale è avvenuta attraverso interviste qualitative finalizzate al tentativo di comprendere il punto di vista del soggetto, la sua visione del mondo e la possibilità di esplorare i significati condivisi che le persone sviluppano nei diversi contesti che sperimentano. La macro-finalità dell'indagine è stata, attraverso l'analisi delle componenti del fenomeno in oggetto, quella di costruire un modello sinergico di correlazione fra indicatori per definire i legami di dipendenza fra le stesse.
La ricerca in esame è stata condotta utilizzando fonti indirette che poggiano sulle pregresse conoscenze scientifiche esistenti (bibliografia, letteratura grigia e pubblicazioni), dall'esame delle fonti dirette (interviste, affiancamento allo sbarco, rilevazione in banchina) condotte da personale specializzato e dall'analisi ambientale influenzata dalla presenza dall'importante agglomerato urbano che insiste nella zona e dai cambiamenti climatici che influiscono modificando la struttura del biota.
La situazione evidenziata dalla ricerca mostra nel complesso la fotografia della condizione di un'attività imprenditoriale in cui le arti di pesca sono ridotte in condizioni di minima sopravvivenza e che sicuramente, senza un intervento urgente e adeguato, è destinata all'estinzione. Si nota una sofferenza da parte dei pescatori del Comune di Palermo, dovuta all'abbandono e alla mancanza di ogni minima struttura a supporto della pesca. La pesca praticata nell'area di riferimento del progetto è fondamentalmente la piccola pesca artigianale.
Inoltre, sono state censite in totale circa centoventi imbarcazioni di media-piccola dimensione, tra quelle affiliate alle cooperative di pesca e quelle degli autonomi.
I porti dai quali ancor oggi escono delle imbarcazioni da pesca sono:
Sono stati identificati numerosi problemi dai pescatori, tra cui la presenza di delfini che danneggiano la resa della battuta di pesca in termini di quantità di pescato e in termini di danni alle reti, la presenza di barche da strascico e dei pescatori dilettanti che incidono negativamente sulla quota del pescato già esiguo, e la presenza di maglie illegali nelle reti che rappresenta sicuramente uno dei maggiori fattori di rischio relativamente allo sfruttamento sostenibile delle risorse ittiche.
Dall'analisi sopra riportata si ritiene necessaria una rivalutazione del campo d'indagine del progetto, e si auspica un maggiore controllo da parte degli organi competenti. Pertanto si propone una rivalutazione del processo individuato nel progetto, nel quale si dia maggiore rilevanza ai workshops, ai tavoli tecnici e alla comunicazione, attività che indirizzate ai produttori ai consumatori e alla collettività, possano identificare attraverso l'intervento di specialisti, un percorso di rilancio della pesca del Comune di Palermo che sia caratterizzato da uno sviluppo della sostenibilità. Si propone, inoltre, di eliminare l'organizzazione delle fiere e del relativo costo a causa dell'esiguità del prodotto da promuovere, di eliminare l'attivazione e relativa gestione del numero verde, in quanto date le dimensioni della produzione locale non si prevede, in questo momento un bacino di utenza che giustifichi tale azione.